I sogni degli “altri”
Teatro e cultura a Livorno dal dopoguerra agli anni Ottanta
Giorgio Fontanelli
a cura di Andrea Mancini
L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta usomano con risvolti, colori; INTERNO illustrato, B/N; 2010, pp. 344
ISBN: 978-88-7218-299-4Questo “I sogni degli altri” è un libro importante, con pagine illuminanti sulla vita di Livorno, città unica in Toscana e forse in Italia. Giorgio Fontanelli ne è stato uno straordinario cantore, un giornalista, un poeta, un raccoglitore di canti e testi popolari, uno splendido divulgatore. La città se n’è accorta solo in parte, per questo Fontanelli non ha davvero mai scritto questo libro, o meglio lo ha scritto per tutta la vita, con la fatica tipica dei veri uomini di cultura, quelli che non possono che scrivere, cantare, urlare la verità.
L'AUTORE
Giorgio Fontanelli
Giorgio Fontanelli (Livorno 1925-1993), laureato all’Università di Pisa, fu docente di Storia dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Saggista e poeta, ha dedicato molti studi e inchieste alla cultura popolare e al teatro, collaborando con le più autorevoli riviste del settore.
I suoi numerosi testi teatrali sono stati rappresentati spesso con compagnie da lui create, diventando uno dei primi in Italia ad operare per un “teatro di base”: un teatro che pur partendo dal basso, dalla provincia, poteva dar vita ad operazioni assolutamente non amatoriali.
Ruggero Jacobbi, pubblicando il testo vincitore del Premio New York del 1974, “Cape Kennedy chiama Sferracavallo”, sul n. 355 di «Sipario» scriveva: “Il livornese Giorgio Fontanelli è uno degli scrittori italiani d’oggi che più seriamente rimangono fedeli a un’idea della letteratura come impegno civile, come ritratto del tempo e riflessione morale in vista di un sostanziale cambiamento del mondo: non un cantore elegiaco della ‘perdita dei valori’, come ce ne sono tanti, ma un uomo convinto dell’esistenza di certi valori fondamentali, che la nostra società contraddice o distrugge, e che possono essere recuperati (e trasformati) solo attraverso un concreto cambiamento del mondo”.