Alla periferia del cielo
Percorsi teatrali & umani nel carcere di Arezzo 1996-2004
a cura di Gianfranco Pedullà
Fotografie di Alessandro Botticelli
Scritti di Paolo Basco, Claudio Meldolesi, Roberto Salbitani, Gianfranco Capitta
L X H: 17 x 24; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta patinata plastificata con risvolti, colori; INTERNO illustrato, B/N; 2007, pp. 216.
Euro 15.00
Dell’importante esperienza teatrale nel carcere di Arezzo, avviata da Gianfranco Pedullà (con i suoi collaboratori del Teatro popolare d’arte) nel 1991, il volume documenta l’intensa fase che va dal 1996 al 2004: sono gli anni della maturazione del linguaggio scenico e delle metodologie. Le note di regia si alternano a intensi contributi critici, le testimonianze dei critici teatrali e dei rappresentanti delle istituzioni si accompagnano ai commenti dei protagonisti, le schede cronologiche e le puntigliose informazioni alle splendide fotografie di Alessandro Botticelli. L’intento è quello di elaborare concretamente una memoria attiva e militante di questo intenso percorso teatrale e umano. Il tentativo è quello di attivare uno sguardo che dall’interno dell’esperienza si proietti fuori attraverso gli occhi del fotografo, i ricordi dei protagonisti, le emozioni dei singoli spettatori. Tutti gli indizi convergono verso la pratica di un linguaggio teatrale semplice, diretto, agito: lo spazio scenico anomalo (i muri, i cortili, la piccola palestra riadattata), la musica quasi sempre originale, multiculturale ed eseguita dal vivo, la scelta dei testi, la distribuzione delle parti, i costumi, gli elementi scenici: tutto inclina verso la reinvenzione di un particolare tipo di teatro popolare di qualità, sospeso fra la Commedia dell’Arte e il teatro elisabettiano. Tutto ciò non appare realizzabile senza la grande la carica energetica e la necessità comunicativa degli attori, dei musicisti e dei tecnici protagonisti del teatro nella Casa Circondariale di Arezzo.
L'AUTORE
Gianfranco Pedullà
Gianfranco Pedullà è nato a Crotone ma vive da molti anni in Toscana. Come studioso e come regista si è specializzato sul teatro europeo del Novecento. Ha organizzato mostre e spettacoli su Gordon Craig, ha approfondito il teatro di Tadeusz Kantor, Luigi Pirandello, Georg Büchner, Bertolt Brecht, Alfred Jarry, Samuel Beckett. Ha studiato a Parigi con Georges Banu, seguendo le prove dell’allestimento del Maharabharata di Peter Brook. Il suo testo Il teatro italiano nel tempo del fascismo (edito a Bologna nel 1994 da Il Mulino) ha ottenuto il Premio I.D.I. Silvio d’Amico 1994 per la storia del teatro italiano e il Premio Diego Fabbri 1995 dell’Ente dello spettacolo.