Compagni di sangue
Versione Trans 2010
Bobo Rondelli
L X H: 12 x 16,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO b/n; 2010, pp. 80.
Euro 5.00
Bobo Rondelli nasce a Livorno il 18 marzo 1963 (così dice su mà). Per non fare il muratore, lavoro di suo padre, s’inventa cantante, attore, giullare, etc, etc, etc, anche se lui si autodefinisce PRENDIPERILCULISTA di professione. Suo nonno materno, artista, grande ballerino di trincea, dove si esibiva scansando fucilate nemiche, scrisse il musical Se mi becchi non vale. Il nonno paterno, cantante di miniera dandosi il ritmo a colpi di piccone scrisse le canzoni: “Sono il negro del carbone” e “Bimba mia c’ho la silicosi”, edizioni Sanatorio Records. La nonna faceva la serva nelle ville dei signori. Lo zio Berto, di cui porta il nome, fu un grande performer di bestemmie in gramlot emiliano, che improvvisò prima di essere fucilato (testi andati perduti). Il padre è morto prima della pensione, il fratello lo arresterà perché è un finanziere, la madre lo sopporta ancora, la moglie non più, i figli lo picchiano. Di antica stirpe nobile gibbonica di sangue marrone, ha da tempo fatto richiesta senza ancora ottenere la pensione, perché lui è quello che ha “picchiato la testa” (come l’amico-regista Paolo Virzì, forse mosso a compassione, ha raccontato nel documentario “L’uomo che aveva picchiato la testa”). Questa è la versione “trans” (con tagli e aggiunte) del suo primo libro: “Compagni di sangue”, «che se lo voi te lo ’ompri, di sicuro ’un lo pòi masterizzà e spendi di più a foto’opiallo», così direbbe lui.
L'AUTORE
Bobo Rondelli
Roberto Rondelli nasce a Livorno da padre di origine emiliana e madre casalinga,[1] e cresce al Pontino, quartiere popolare di Livorno in cui tuttora vive. Fin da giovane suona ovunque può, interpretando a richiesta cover di band famose. Fonda il trio Les Bijoux, coi quali incide l’album My Home (cantato in inglese). Nel 1992 il gruppo passa a cantare in italiano (cosa che permette a Bobo di esprimere al meglio il suo spirito sarcastico e dissacrante), cambia denominazione e diventa Ottavo Padiglione, prendendo ispirazione dal reparto di psichiatria dell’ospedale di Livorno; in questo periodo la formazione è costituita dal violinista free Stefano “Steve” Lunardi, il bassista / contrabbassista Alessandro Minuti e il batterista Sergio Adami.
La notorietà del piccolo gruppo cresce: prima all’interno della Toscana, poi al di là dei confini della regione.
Nel 1993, grazie all’incontro di Bobo con Alberto Pirelli, produttore dei Litfiba, la EMI Music produce il primo album dell’Ottavo Padiglione, che vende 30.000 copie[2][3]. Il disco, intitolato proprio Ottavo Padiglione, contiene uno dei singoli più noti del gruppo, “Ho picchiato la testa”, insieme ad altre tracce che hanno segnato la storia del gruppo nella città livornese. L’album viene preprodotto a Sesto Fiorentino dallo stesso Rondelli e Adriano Primadei, per essere poi realizzato all’Ira Soundlab con Fabrizio Simoncioni come tecnico del suono, che partecipa al lavoro anche in qualità di corista.
Nel 1995 la Universal Music produce Fuori posto, che accanto a brani nuovi recupera altre canzoni che già esistevano prima dell’incisione del primo album e che dal vivo erano ben note.
Con Onde Reggae (EDEL 1999) gli Ottavo padiglione, affiancandosi a Dennis Bovell, virano verso sonorità reggae, senza dimenticare le loro origini. Da qui l’estratto “Hawaii da Shanghai”, istantanea di un tipico quartiere Livornese e dedicata alla memoria di Alessandro Minuti, l’ex bassista scomparso qualche tempo prima.
In seguito, una collaborazione con la Dischi Ricordi finisce sul nascere a causa di discordanze sul “modus operandi”, lasciando morire il progetto con Mauro Pagani, che non verrà mai terminato.
L’etichetta indipendente Arroyo, invece, dà a Bobo carta bianca: nasce così, nel 2001, l’album Figlio del nulla, in collaborazione con Amek Ferrari, che non riscuote però lo stesso successo dei precedenti. Per Bobo ha inizio la carriera da solista.
Subito dopo, nel 2002, è la volta di Disperati, intellettuali, ubriaconi. L’album è interamente prodotto ed arrangiato da Stefano Bollani. Bobo viene invitato alle edizioni di quell’anno sia del Premio Tenco che del Premio Ciampi e proprio a Livorno Stefano Bollani vince il premio Ciampi per il miglior arrangiamento.
Nel 2003 esce Ultima follia / Best a bestia, un disco doppio che raccoglie nel primo CD dieci brani inediti registrati con una nuova formazione dell’Ottavo Padiglione, nel secondo una raccolta delle canzoni più famose incise nei dischi precedenti (quelle dei dischi EMI e Universal sono presenti in versione live o nelle versioni presenti nei dischi Arroyo).
Bobo Rondelli lavora anche nel cinema. Per la regista Roberta Torre scrive, insieme a Pacifico alcune musiche del film Sud Side Stori, musical di cui è anche protagonista, che ottiene un distinto riscontro al Festival di Venezia e viene premiato al Festival di Berlino. Ma la prima apparizione del Rondelli sulla pellicola è in “Ett Paradis utan biljard” (“Un paradiso senza biliardo”), produzione italo-svedese diretta da Carlo Barsotti, accanto all’amico Paolo Migone. Affianca Alessandro Paci nel film Andata e ritorno, di cui realizza anche la colonna sonora.
Il 16 maggio 2009 esce in edicola L’uomo che aveva picchiato la testa, un film sul musicista livornese diretto dall’amico Paolo Virzì, come anticipazione del suo nuovo album Per amor del cielo, che concorrerà come finalista nella categoria “album dell’anno di cantautori non esordienti” all’edizione 2009 del Premio Tenco.
Nel 2010 viene ristampato il suo primo libro Compagni di sangue, edito da Titivillus.
Sempre per la regia di Paolo Virzì, nel 2010 il cantante compare nel film La prima cosa bella e nel 2016 nel film La pazza gioia.
Nell’ottobre 2011 esce l’album L’ora dell’ormai con la partecipazione del poeta milanese Franco Loi.
A fine maggio 2013 esce per Ponderosa Music&Art A Famous Local Singer, album di Bobo Rondelli & l’Orchestrino, prodotto da Patrick Dillett.
L’Orchestrino è una brass band formata da Dimitri Grechi Espinoza (sax tenore, sax alto, arrangiamenti), Filippo Ceccarini (tromba), Beppe Scardino (sax baritono), Tony Cattano (trombone), Daniele Paoletti (rullante), Simone Padovani (cassa), e con Fabio Marchiori (melodica).