Drammi di resistenza culturale
I Cavalli alla finestra, La Donna come campo di battaglia
Matéï Visniec
con un saggio introduttivo di Gerardo Guccini
traduzione di Pascale Aiguier, Davide Piludu e Giuseppa Salidu
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia;
INTERNO b/n; 2009, pp. 200
Euro 14.00
La parola è l’autentica protagonista dell’opera di Visniec, non perché ne sia il fine, ma perché vi costituisce un mezzo espressivo tuttofare: definisce i personaggi in assenza di psicologismi; dà spessore alle loro azioni anche quando non si sviluppano in vicenda; trasmette il sentimento dell’autore, evidenziando fin nelle didascalie uno stile innamorato della vita che cade su tutto spandendo un «umore dolce-amaro, sottile-tenero» (Benoît Vitse). “I Cavalli alla finestra” e “La Donna come campo di battaglia” trattano la guerra con linguaggi diversi: simbolico e allusivo il primo, realistico il secondo. Tuttavia, in entrambe le pièces, i personaggi appaiono vivi, le parole evidenziano paesaggi psichici curati nel dettaglio e le problematiche affrontano un trauma antropologico essenziale che è anche alle origini di qualsiasi scrittura e narrazione. Vale a dire, la separazione fra i vivi e i morti.
L'AUTORE
Matéï Visniec
Matéï Visniec, nato nel 1956 in Romania, da oltre vent’anni risiede a Parigi dove lavora come giornalista per Radio France Internationale. Nel settembre del 1987, dopo aver scritto oltre venti drammi sistematicamente censurati dal regime comunista, Visniec ha infatti chiesto asilo politico alla Francia, adottando il francese come lingua della sua opera letteraria. Dopo la caduta di Ceaucescu (1989), è divenuto uno degli autori più rappresentati in Romania dove, nell’ottobre del 1996, il Teatro Nazionale di Timisoara gli ha intitolato un festival. In quell’occasione, dodici compagnie hanno rappresentato sue opere. Le pièces di Visniec sono state tradotte e messe in scena in oltre venti paesi. Numerosi i premi e riconoscimenti a lui conferiti da prestigiose istituzioni, quali l’Unione degli scrittori romeni (1999 e 2002), l’Accademia di Romania (1998), il Festival di Avignone (Award Avignon-off, 1995 e 1996), l’Associazione francese degli autori e compositori (1994), l’Associazione teatrale romena (1991). Fra le sue opere più significative “Il Teatro decomposto o l’uomo pattumiera” (premio “Théâtre Vivant” del 1993) e “La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha un’amichetta a Francoforte” (nel 1994, premio SACD del teatro radiofonico).