Il Drago di Montelupo
Cronaca del teatro e dello storico incontro fra il Drago e Marco Cavallo
Pilade Cantini
Giuliano Scabia
Presentazione di Mariella Zoppi
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA cartoncino con risvolti, quadricromia; INTERNO bianco e nero; 2004, pp. 144
Euro 10.00
ISBN: 88-7218-129-1Il Drago di Montelupo racconta l’esperienza straordinaria avvenuta nel 2003 dentro e fuori l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino: la progettazione, la nascita e i primi passi di un drago gigantesco, mostruoso e dolcissimo (simbolo di libertà e giustizia per gli internati), che si incontra con un cavallo azzurro e famoso, Marco Cavallo, ideato trent’anni prima nel manicomio di Trieste da Vittorio Basaglia, Giuliano Scabia, Franco Basaglia, Peppe Dell’Acqua e tantissimi altri, “artisti”, matti, medici, infermieri e gente di passaggio.
Il Drago di Montelupo rappresenta il seguito ideale di un libro storico importantissimo come Marco Cavallo. Una esperienza di animazione in un ospedale psichiatrico, pubblicato da Einaudi nel 1976 e curato dallo stesso Scabia, due anni prima dell’entrata in vigore della famosa “Legge Basaglia” che da quell’esperienza, di abbattimento delle mura di un “manicomio”, traeva spunto e ispirazione.
Il Drago di Montelupo, collegandosi a quell’esperienza, può rappresentare un segno altrettanto importante nel dibattito – oggi quanto mai attuale – sulla malattia mentale e sui modi per curarla. Tutto questo con grande leggibilità, giocando molto sul piano simbolico e teatrale.
GLI AUTORI
Pilade Cantini
Pilade Cantini è nato a San Miniato nel 1972. Ha scritto e curato diversi libri di vario genere; scrive per Il Vernacoliere di Livorno e per l’Informatore Coop. Ha fatto parte di band come i Rossi pe’ Forza, gli Inti-illipiedi, gli Aeroflot feat. Collettivo Radio Mosca. Ha collaborato a lungo con Titivillus. Per Clichy, tra gli altri, ha pubblicato Carlo Monni. Balenando in burrasca (2016) e Marcovaldo Punk (2019).
Giuliano Scabia
Giuliano Scabia (Padova, 1935) “uno dei pochi, forse l’unico scrittore mitico in circolazione” (Belpoliti), “protagonista di alcune tra le esperienze più vive e visionarie degli ultimi anni” (Celati), “ha fatto della poesia il suo teatro, e del teatro la sua poesia, così che oggi ci appare come il più imprevedibile dei poeti italiani”, con le azioni a partecipazione nei quartieri, nelle scuole, nei paesi, nei manicomi ha segnato una svolta radicale nel modo di praticare il teatro e la scrittura sul sentiero della poesia (Padrone & Servo, Il poeta albero,Opera della notte, Canti del guardare lontano,Canti brevi), del teatro (il ciclo del Teatro Vagante, da All’improvviso & Zip a Fantastica visione, Teatro nello spazio degli scontri, Teatro con bosco e animali, L’insurrezione dei semi, Gloria del teatro immaginario, Visioni di Gesù con Afrodite fino a Commedia di matti assassini e Canto della vita indistruttibile), del romanzo (la saga dell’eterno andare composta da In capo al mondo, Lorenzo e Cecilia e L’azione perfetta; la tetralogia del ciclo di Nane Oca composta da Nane Oca, Le foreste sorelle, Nane Oca rivelato, Il lato oscuro di Nane Oca; Lettere a un lupo), delle messe in scena e delle azioni teatrali di lunga durata (Forse un drago nascerà, Marco Cavallo, Il Gorilla Quadrumàno, Il Diavolo e il suo Angelo), delle sperimentazioni condotte per trent’anni dentro l’Università di Bologna (DAMS).