CREST
Un teatro sotto le ciminiere
Massimo Marino
L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura, cucitura filo refe; COPERTINA carta patinata plastificata opaca con bandelle, CMYK; INTERNO carta usomano avorio, ill. CMYK; 2023, pp. 200, € 18,00
ISBN: 978-88-7218-475-2Un teatro sotto le ciminiere racconta i quarantacinque anni di vita del Crest, un teatro nato alla fine dei «rivoluzionari» anni Settanta, ostinato a operare in una città del Sud difficile come Taranto, dominata dallo stabilimento siderurgico ex Italsider, ex Ilva, ex Arcelor Mittal, ora Acciaierie Italiane. Narra una vocazione al teatro per le nuove generazioni, al lavoro nelle scuole e nei quartieri di una città frammentata, smarginata, una città «groviera», come la definì Alessandro Leogrande. Racconta un lungo nomadismo alla ricerca, protratta nel tempo, di un luogo stabile per poter meglio creare e agire sul territorio e finalmente l’apertura nel 2009 di una sede di mille metri quadrati, ottenuta grazie al progetto Teatri abitati lanciato dalla Giunta Vendola della Regione Puglia, il TaTÀ, Taranto auditorium Tamburi.
Il lettore viene condotto attraverso spettacoli per i più piccoli, favole e storie di iniziazione che spesso assomigliano a incubi. Ma pure incontra narrazioni sulla storia e il presente di Taranto e creazioni rivolte a un pubblico adulto o senza limiti di età.
Il libro rivela un teatro nato nelle periferie culturali d’Italia, dimostrando quanto siano vitali esperienze svoltesi lontano dai grandi centri, anche sotto le ciminiere pestilenti di una fabbrica ingombrante.
L'AUTORE
Massimo Marino
Massimo Marino, saggista e critico, guarda molto teatro di oggi e del passato. Ne scrive su vecchi giornali di carta, quotidiani e settimanali («Corriere di Bologna», «Left»), e sul web, sul blog «Controscene» e su «doppiozero.com», dove ha coordinato la redazione Teatro. Lo racconta pure in libri come “Lo sguardo che racconta. Un laboratorio di critica teatrale” (Carocci). Insegna. Ama i ritmi delle frasi, gli interstizi di silenzio tra le parole, gli orizzonti in cui gli alberi illustrano i palazzi.