Un villaggio vivente nella memoria

Koreja: dall’archivio le storie (1982-1999)

Maria Chiara Provenzano

Aprile 2024

postfazione di di Francesco Ceraolo

163

L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura, cucitura filo refe; COPERTINA carta patinata plastificata opaca con bandelle, CMYK; INTERNO carta usomano avorio, ill. CMYK; 2024, pp. 176, € 16,00

ISBN: 978-88-7218-479-0

È la primavera del 1982, i giorni della settimana santa, quando Nicola Savarese – che insegna presso l’Università di Lecce – introduce al teatro un giovane, quanto inconsapevole, studente di Filosofia, Salvatore Tramacere, che si trova impiegato come facchino e trovarobe per le riprese dello spettacolo Come! And the Day will be Ours dell’Odin Teatret.

Dall’incontro con gli stravaganti stranieri giunti dal nord Europa e guidati da Eugenio Barba, si accende la scintilla che sarebbe divenuta il Teatro Koreja. Una storia teatrale le cui origini e sviluppi sono stati ripercorsi attraverso i documenti conservati nell’archivio dell’ente: un fondo complesso e variegato che raccoglie la documentazione prodotta in quasi quarant’anni di attività, tutelato dalla Soprintendenza Archivistica della Puglia dal 2007.

Scorrere le carte conservate in un archivio è un po’ come attraversare strade e vicoli di un villaggio che resta vivente nella memoria. Una memoria che è dell’individuo ma anche della comunità: faldoni, cartelle, videocassette, schedari con foto e diapositive, manifesti, fogli di sala, programmi, diari, taccuini, etc. raccontano di una giovinezza e di una maturità, raccontano una periferia del Meridione d’Italia, l’ansia di esistere, di re-sistere alla noia, alle droghe, alla norma, raccontano la ricerca di una strada che diventa metodo per una doppia identità: quella teatrale di frontiera e quella culturale del fare nella e per la comunità. Cosicché il lavoro condotto sulle carte e attraverso le memorie dell’archivio vivente restituisce piccoli tasselli della più ampia storia teatrale del Novecento italiano.

L'AUTORE