Il rovinismo di Lord Byron nell’opera di Marco Filiberti
Vincenzo Patanè
prefazione di Masolino d’Amico
postfazione di Concita Filippini Steinemann
fotografie di Maria Elena Fantasia, Giuseppe Distefano, Claudio Binci e Irene Trancossi
Il rovinismo di Lord Byron nell’opera di Marco Filiberti di Vincenzo Patanè, uno dei massimi studiosi italiani byroniani, è un volume imperniato sull'idea di ‘drammaturgia del Rovinismo’ elaborata da Filiberti attorno al 2010. Da essa è poi scaturita la trilogia teatrale Il pianto delle Muse, un composito, potente affresco che ha come oggetto lo svilimento spirituale, etico, estetico, antropologico e ontologico della società attuale.
Filiberti, regista, scrittore e drammaturgo, ha identificato in Lord George Gordon Byron un profeta dello spaesamento dell’odierno uomo di pensiero, depauperato dei suoi archetipi antropoculturali in un mondo globalizzato e caotico.
Byron fu un personaggio affascinante, possente per la schiettezza e la forza di sfidare l’opinione pubblica. Nello stesso tempo presagì con acume molti temi propri della modernità: la difesa della libertà delle nazioni e degli uomini, la condanna della guerra (eccetto quelle combattute per la libertà), l’amore per la natura e gli animali, la ...
Viaggiare sicuri nella scena digitale
Strumenti per artisti, curatori e spettatori
a cura di Lucia Franchi e Luca Ricci
Come una guida turistica in paesaggi ignoti, questo libro permette al lettore un’esplorazione del contesto della creatività performativa in digitale.
Strutturato in maniera semplice e agevole, con numerosi box di approfondimento che completano i testi principali, il volume raccoglie i contributi di 10 dei maggiori esperti italiani del settore, sia artisti, sia teorici delle arti digitali, sia curatori di rassegne ed eventi sull’argomento.
“Pensiamo che i lettori ideali di questo libro siano uno studente di discipline culturali e creative, così come un artista in cerca di ispirazione, o uno spettatore curioso e desideroso di novità” scrivono Lucia Franchi e Luca Ricci, i curatori del volume.
La distribuzione degli spettacoli dal vivo
Un percorso di curatela
Elena Lamberti
prefazione di Oliviero Ponte di Pino
Una delle figure professionali più richieste nel settore dello spettacolo dal vivo è l’addetto alla distribuzione. Più richieste e meno reperibili perché il lavoro della distribuzione è, come emerge da una delle conversazioni contenute nel libro, il punto critico, il grande malato del sistema dello spettacolo dal vivo italiano. Non esiste, inoltre, nel panorama editoriale, un manuale dedicato interamente a questo mestiere. La distribuzione degli spettacoli dal vivo. Un percorso di curatela, prova a colmare questo vuoto e a suggerire una pratica. Il volume parte dall’esperienza personale dell’autrice, attraverso il dialogo con le due compagnie con le quali ha collaborato – Sotterraneo e Santasangre – per ampliarsi e arricchirsi con numerose testimonianze di coloro che operano, o hanno operato, nel settore, come curatori di percorsi artistici, manager, organizzatori, unite a quelle di artisti, direttori artistici, responsabili di circuiti, di festival e di spazi teatrali. Attraverso il racconto di ...
Un villaggio vivente nella memoria
Koreja: dall’archivio le storie (1982-1999)
Maria Chiara Provenzano
postfazione di di Francesco Ceraolo
È la primavera del 1982, i giorni della settimana santa, quando Nicola Savarese – che insegna presso l’Università di Lecce – introduce al teatro un giovane, quanto inconsapevole, studente di Filosofia, Salvatore Tramacere, che si trova impiegato come facchino e trovarobe per le riprese dello spettacolo Come! And the Day will be Ours dell’Odin Teatret.
Dall’incontro con gli stravaganti stranieri giunti dal nord Europa e guidati da Eugenio Barba, si accende la scintilla che sarebbe divenuta il Teatro Koreja. Una storia teatrale le cui origini e sviluppi sono stati ripercorsi attraverso i documenti conservati nell’archivio dell’ente: un fondo complesso e variegato che raccoglie la documentazione prodotta in quasi quarant’anni di attività, tutelato dalla Soprintendenza Archivistica della Puglia dal 2007.
Scorrere le carte conservate in un archivio è un po’ come attraversare strade e vicoli di un villaggio che resta vivente nella memoria. Una memoria che è dell’individuo ma anche ...
Alberto Manzi: storia di un maestro
Daniela Nicosia
premessa critica di Mario Bianchi
fotografie di Alberto Bogo
Una ragione affettiva mi lega ad Alberto Manzi: avevo pochi anni quando con mio nonno – si chiamava Mimì, il nonno, come un’eroina d’opera – guardavo, incantata, quel dolce maestro insegnare alla Tv in bianco e nero. Insegnava disegnando e ci chiedeva di indovinare cosa fosse quel segno fatto col carboncino nero, insegnava con lo sguardo, insegnava con il sorriso, insegnava come a scuola allora non si sapeva insegnare… Nonno Mimì, assomigliava a quel maestro non nei tratti ma nella mitezza, nella ironia sottesa ad un sorriso lieve sempre presente, da lui ho imparato ad amare le storie e forse a raccontarle, da Alberto Manzi ho imparato a scrivermi la vita. Sempre con un sorriso appresso, sempre con la voglia di imparare...
Daniela Nicosia
Educare al piacere del pensiero, interrogarsi sulle cose, esprimere senza timore le proprie opinioni: questa in sintesi la pedagogia di Alberto Manzi. Un invito ...
Pensare il teatro
Fabrizio Cruciani, Claudio Meldolesi, Franco Ruffini, Ferdinando Taviani
a cura di Roberto Cuppone
con una lettera di Eugenio Barba
A seguito di esperienze (Living, Grotowski, Barba, Brook), ricerche (ISTA) e studi (DAMS) che stavano cambiando il modo di Pensare il teatro, quarant’anni fa Fabrizio Cruciani, Claudio Meldolesi, Franco Ruffini e Ferdinando Taviani scelsero di intitolare così questa dispensa per il primo Dottorato in Discipline dello Spettacolo in Italia. I loro pensieri contengono chiaramente oggetti, metodi e obiettivi ‘antropologici’, eppure l’aggettivo nel libro non compare mai, e non perché in effetti non abbia forse un’accezione univoca per gli autori, ma perché il loro sguardo, apertamente militante (ma non da questo limitato) traguarda ancora più lontano: teso a gettare le basi di quella che Marco De Marinis definirà poi Nuova Teatrologia, terza via fra vecchi modi di studiare ancora servili alla letteratura (la Theaterwissenschaft) e nuove tendenze potenzialmente dispersive (i Performance Studies). Studenti, allievi attori, o anche semplicemente chi ama il teatro, in quei pensieri possono trovare oggi stimoli e ...
Racconto ristorante è la cronaca di un giorno a Roma e dell’incontro tra lo chef Paolo Fiaschi e la signora Paola, ostessa della Trattoria der Pallaro.
Un’occasione amichevole per parlare della cucina di ieri e di oggi e, forse, di qualcos’altro ancora.
Vi racconto la storia di Alice dal mio punto di vista particolare. Chi sono io? Lei mi chiama Angelo… Alice ha avuto molti amori in vita sua. Storie molto diverse e emblematiche: un terrorista irlandese, un ballerino di tango, un tossico spacciatore, un piacione da discoteca…
E altri. Uomini che l’hanno attraversata, giocata, usata, riscaldata e raffreddata, riscattata e rivenduta, ferita e curata e di nuovo ferita, ritrovata e di nuovo abbandonata… Una vita alla ricerca dell’amore vero o della sua essenza più pura e inafferrabile.
L’amore non può esistere senza la vita che lo sostiene, senza la persona che lo prova.
Ma anche una vita senza amore, a pensarci bene è proprio un’assurdità: nessuno è un punto sperso nell’universo, tutti in qualche modo hanno amato e sono stati amati. Magari non ricordano bene dove, quando, come… Tutti, in fondo, siamo un po’ Alice…
Tutti alla ricerca ...
Teatrino dei Fondi
Una fantastica sinfonia teatrale
Massimo Marino
premessa di Enrico Falaschi
1993-2023. Trent’anni. Trent’anni di testi di teatro contemporaneo, trent’anni di spettacoli per le nuove generazioni e per le famiglie, trent’anni di cambiamenti, di difficoltà e di successi, trent’anni di libri Titivillus, di interventi in scuole, manicomi, situazioni di fragilità.
È la storia del Teatrino dei Fondi di San Miniato, partito dalla cripta della chiesa di San Domenico, approdato a Corazzano in una ex scuola, tra colli, pievi romaniche, nebbie e bestie, a creare spettacoli con le antenne sempre allertate a cogliere i fermenti della società e le sue trasformazioni, attente a intessere fili di comunità.
Trent’anni di un Teatrino che si allarga dal Teatro Quaranthana a organizzare cartelloni in altri paesi e cittadine; che poi gestisce, come complessi centri culturali per i loro territori, il Nuovo Teatro Pacini di Fucecchio, il Teatro degli Astrusi di Montalcino e quello della Grancia di Montisi.
In queste pagine scorrono trent’anni di invenzioni ...
Un teatro sotto le ciminiere racconta i quarantacinque anni di vita del Crest, un teatro nato alla fine dei «rivoluzionari» anni Settanta, ostinato a operare in una città del Sud difficile come Taranto, dominata dallo stabilimento siderurgico ex Italsider, ex Ilva, ex Arcelor Mittal, ora Acciaierie Italiane. Narra una vocazione al teatro per le nuove generazioni, al lavoro nelle scuole e nei quartieri di una città frammentata, smarginata, una città «groviera», come la definì Alessandro Leogrande. Racconta un lungo nomadismo alla ricerca, protratta nel tempo, di un luogo stabile per poter meglio creare e agire sul territorio e finalmente l’apertura nel 2009 di una sede di mille metri quadrati, ottenuta grazie al progetto Teatri abitati lanciato dalla Giunta Vendola della Regione Puglia, il TaTÀ, Taranto auditorium Tamburi.
Il lettore viene condotto attraverso spettacoli per i più piccoli, favole e storie di iniziazione che spesso assomigliano a incubi. Ma pure ...
La Commedia dell’Arte: una delle forme più importanti dello spettacolo europeo ripercorsa attraverso 250 immagini che ne illustrano i tratti salienti e il mito figurativo, dalla fine del Cinquecento agli anni Duemila.
La Commedia dell’Arte ha avuto un’enorme fortuna nelle arti figurative. Nata in Italia, ma diffusasi velocemente in numerosi paesi europei tra la metà del Cinquecento e la fine del Settecento, questa forma spettacolare è stata, fino ai nostri giorni, fonte di ispirazione per numerosi artisti. Il patrimonio iconografico ad essa dedicato è quantificabile in qualche migliaio di opere, realizzate con finalità differenti e per mezzo delle tecniche artistiche più disparate: dal disegno all’incisione, dal dipinto alla porcellana, alla scultura. Questo Atlante si propone, attraverso una mirata selezione di immagini, di mettere in evidenza alcuni degli episodi fondamentali che nel corso dei secoli hanno scandito lo sviluppo del mito figurativo della Commedia dell’Arte, capace di sopravvivere alla stessa ...
Territori da cucire 2015-2022
Un progetto del Teatro delle Ariette per la comunità
Laura Bevione, Raffaella Ilari
prefazione di Giancarlo Sissa
Territori da cucire 2015-2022. Un progetto del Teatro delle Ariette per la comunità racconta le prime otto edizioni del progetto che sta tuttora proseguendo in Valsamoggia. Il volume è pensato e realizzato insieme a coloro che a vario titolo hanno concorso a Territori da cucire e permette di conoscere peculiarità e trasformazioni intervenute nel corso del tempo attraverso una cronistoria, interviste, materiali, riflessioni, approfondimenti e immagini. Un progetto che si inserisce nel lungo percorso che la Compagnia conduce da sempre nei confronti del pubblico e della comunità.
Tu è il mio respiro
Mimmo Sorrentino
con interventi di Chiara Saraceno e Alessandro Bergonzoni
In Tu è il mio respiro si racconta che basta poco per dare e ricevere felicità. Ma, in quel “poco che basta”, c’è sempre una lunga storia. Che la formazione del personale, non solo medico, carcerario, ospedaliero, riguarda il proprio “personale” interiore ed ulteriore, attraverso la cura del sé e di sé. Che la riflessione, il racconto del proprio lavoro, del proprio fare quotidiano, delle proprie esperienze diventa insieme una modalità di distanziamento tramite un cambio di prospettiva e, per suo tramite, di riappropriazione riflessiva della propria identità, per quanto parziale: chi sono, qui, in questo contesto e che cosa significa per la mia vita.
La Stanza di Eleonora Duse è uno spazio permanentemente dedicato alla memoria della grande attrice italiana di cui l’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini conserva l’archivio documentale.
Ispirata al modello delle case museo, la Stanza nasce nel 2011 con l’intento di far conoscere la straordinaria storia di Eleonora Duse e del suo teatro. Stanza della conservazione che diventa luogo vivo e visitabile, all’interno del quale, secondo un’idea di “archivio aperto”, promuovere esposizioni tematiche e iniziative culturali sempre nuove e diverse.
Oggi, a dieci anni di distanza, l’Istituto vuole festeggiare la storia di questo luogo promuovendo una temporanea sul rapporto tra Eleonora Duse e la città di Venezia e ricordando le attività che nel tempo sono state promosse nel contesto di questa Stanza.
IL TRAGICO QUOTIDIANO
Jean Anouilh, mito e teatro a Parigi fra le due guerre
Eva Marinai
con un contributo di Carlo Titomanlio
Il volume si sviluppa lungo due direzioni che si intersecano. Da un lato le trasformazioni del tragico nell’età contemporanea, e in particolare nella Parigi del primo Novecento, in cui il mito greco rivive nelle forme di una nuova scrittura drammaturgica (stagione aperta e chiusa dal debutto in teatro di due riscritture di Antigone: di Jean Cocteau nel 1922 e di Jean Anouilh nel 1944); dall’altro le pièces noires composte da Anouilh nell’entre-deux-guerres e negli anni dell’occupazione tedesca, in cui gli archetipi sono calati nella realtà quotidiana, tra mediocrità, vizi e corruzione morale.
L’opera di Anouilh è qui indagata non solo sul piano drammaturgico e filologico, ma in relazione al contesto francese dell’epoca, al suo pubblico, ai suoi luoghi per lo spettacolo (cui è dedicato il capitolo firmato da Carlo Titomanlio). L’attenzione è rivolta soprattutto alla dimensione scenica e attoriale, raccontando i drammi anche attraverso le intuizioni che provengono da uomini e donne di ...
TEATRO LA FENICE
Esperienze di governance
Giorgio Brunetti
prefazione di Cristiano Chiarot
Da veneziano, amante della sua città e del teatro lirico, ho avuto il previlegio di svolgere un’attività di servizio per il Teatro La Fenice. Sono entrato in Consiglio di Amministrazione della fondazione in due periodi non consecutivi. Il primo, alla fine degli anni Novanta, quando avvenne la trasformazione degli enti lirici in fondazioni e, l’altro, dieci anni dopo, negli anni Duemila, dal dieci al quindici, quando si trattava di rilanciare il “teatro con i conti in ordine”.
Queste esperienze, che mi hanno coinvolto per tanto tempo, ho pensato che fosse utile raccoglierle in uno scritto per far conoscere il “processo gestionale” che sta a fondamento di un teatro lirico. Una realtà organizzativa complessa, dove il lavoro è predominante e riguarda varie categorie professionali: dagli orchestrali ai coristi e ai cantanti per non parlare dei tecnici.
I libro si articola in tre parti che nei titoli richiamano una pièce teatrale. ...
POESIE DI FACILI COSTUMI
(vent’anni dopo)
Pilade Cantini, Giacomo Caramelli
Con una non-introduzione di Fulvio Abbate
fotografie di Veronica Bagni
Tutto è bene quel che finisce
Tre capitoli per una buona morte
Roberto Scappin, Paola Vannoni
a cura di Graziano Graziani
con i contributi di Laura Gemini, Graziano Graziani e Andrea Porcheddu
Esiste una buona morte? Per poter esistere dovrebbe, innanzitutto, essere pronunciabile. E invece non c’è tabù più grande per un paese come l’Italia, che forse sta vivendo una crisi delle sue radici cattoliche ma non ha ancora messo in crisi il vocabolario che appartiene a quelle radici. Così, in una cultura secolarizzata ma che continua a usare vecchie parole, la morte è un tabù. Un rimosso. Con questi “tre capitoli per una buona morte”, la compagnia Quotidianacom dà vita a una drammaturgia che cerca di fare i conti con questa rimozione, allestendo un teatro comico e tragico allo stesso tempo, che indaga sul rimosso attraverso la crepa di senso che si apre tra le parole. E questo già a partire dal titolo dal sapore shakespeariano che designa la trilogia: Tutto è bene quel che finisce. Mancherebbe un avverbio per chiudere la commedia – “Tutto è bene quel che finisce ...
Incontri di teatro in tempo di Covid
Le interviste di utopia
Marco Renzi, Maurizio Stammati
con la collaborazione di Mario Fracassi, Eugenio Incarnati e Roberto Sala
Dal mese di ottobre 2020 a quello di maggio 2021, il teatro italiano ha conosciuto uno dei momenti più neri della sua storia, con il blocco totale di qualsiasi attività. Centinaia di imprese, piccole e grandi, hanno dovuto fronteggiare un nemico di cui non avevano neppure ipotizzato l’esistenza. Migliaia di lavoratori dello spettacolo si sono trovati senza lavoro e questo non ha determinato solo una difficoltà di ordine economico, ma anche di tipo psicologico. In questo tempo anomalo e sospeso, UTOPIA, Associazione Italiana Teatro per Ragazzi, ha lanciato un suo giornale online attraverso il sito www.utopiateatroragazzi.it. Attraverso questo spazio sono state pubblicate una serie di interviste che hanno coinvolto persone provenienti da ambiti anche molto diversi tra loro: teatro ragazzi, comico, contemporaneo, danza, circuiti, musica ecc.
A distanza di tempo questi contributi ci restituiscono una fotografia di quel momento davvero impressionante. Quello che ne viene fuori è un ...