Massimo Salvianti
Massimo Salvianti è attivo fino dalle prima metà degli anni ’70 nelle compagnie di base del circuito toscano; dal 1983 è fondatore, animatore e soprattutto attore della compagnia Arca Azzurra Teatro di Ugo Chiti che lo ha diretto in non meno di una ventina di suoi lavori (pronto a lavorare ad altri venti, o più.). Anche nell’attuale stagione 2006/07 è impegnato con la compagnia (una delle poche ancora rimaste con un vero e proprio “repertorio”) in una tournée in giro per tutta la penisola portando in scena gli ultimi testi del drammaturgo fiorentino: I ragazzi di via della Scala, Genesi – Ribelli, Amleto, farsa in tragedia, Racconti, solo racconti, Bottegai e altri. Ha inoltre lavorato con i registi Billi e Marconcini e con i maggianti di Buti (Pi) Centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale di Pontedera e con Aldo Rostagno nel Calderon di Pasolini per il teatro Mascarà. Nel 1997 ha partecipato al grande Progetto di Danubio di Claudio Magris, con la regia di Giorgio Pressburger per il Mittelfest di Cividale del Friuli. Dal 2003 collabora con il drammaturgo-giornalista Alberto Severi del quale ha messo in scena La guerra piccola ancora con la regia di Chiti, e Il grande vetro, uno spaesato e esilarante monologo. Sparute ma costanti le sue apparizioni sul grande schermo, minime quelle sul piccolo schermo, ma è nel cast de La vita è bella di Benigni, di Don Milani dei fratelli Frazzi, di Fiorile dei Taviani, di Maggio Musicale di Ugo Gregoretti, di Albergo Roma e La seconda moglie di Ugo Chiti, e recita in diversi film degli amici Francesco Nuti, Giovanni Veronesi e Alessandro Benvenuti (con il quale interpreta in teatro il Nero Cardinale di Ugo Chiti). Ha anche lavorato con Zeffirelli (Un tè con Mussolini), Chabrol (Max Croises). L’attività drammaturgica infine: una decina di testi, non di più: due segnalazioni al Vallecorsi prima di questa vittoria con il suo Lina, nel 1992 con Niente da Fare messo in scena dai diplomati della scuola del Piccolo Teatro di Milano nel 1995 e nel 2000 Benvolio. Due volte finalista, nelle ultime due edizioni, del premio Riccione. Nel 2002 adatta e mette in scena alla presenza dell’autrice i racconti della raccolta Donne dagli occhi grandi della messicana Angeles Mastretta.