Cronache venete
Paolo Puppa
Introduzione di Gerardo Guccini
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO b/n; 2012, pp. 128
Euro 11.00
“Cronache venete” raccoglie dodici recenti monologhi di Paolo Puppa. Si tratta di soliloqui mormorati o gridati da personaggi per lo più antichi, strappati alle biblioteche classiche, tra epica e teatro, e inseriti nel quotidiano d’oggi, nella crisi economica e morale della piccola o grande borghesia del Nord-Est italiano, con la deriva puntuale di una sessualità disturbata. Seguendo l’intuizione junghiana secondo cui i miti muoiono nel moderno e rinascono come malattie, viene alla luce il disagio di vivere, tra depressione, solitudine e voglia ricorrente di follia/violenza, non sempre mantenuta nella sfera dell’immaginario. Ecco così Menippo e il volo di Icaro, l’Abramo/Saturno desiderosi di sbarazzarsi del figlio, tutti ridotti a creature ossessionate da ricordi sinistri e alterate dagli psicofarmaci; Caco che invece di lottare con Ercole assale i ricchi che escono dai ristoranti di montagna; la Salomè a Pordenone annoiata e innamorata per capriccio di un talebano; Tersite invaso da cupi abbozzi letterari; il giovane Onan incapace di crescere; Fedra trasferita dal suo Veneto nella Brianza di industriali corrotti; Filemone che dialoga colla sua Bauci nel cimitero di Cortina, e così via.
L'AUTORE
Paolo Puppa
Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo alla Facoltà di Lingue e di Letterature dell’Università di Venezia. Ha insegnato e diretto laboratori teatrali in università straniere, come a Londra, Los Angeles, New York, Princeton, Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles. Oltre a numerosi volumi di storia dello spettacolo e monografie e saggi vari, tra cui studi su Pirandello, Ibsen, F o, D’Annunzio, Svevo, Rolland, Goldoni (nel 2010 “La voce solitaria-storia del monologo in Italia” e nel 2011 “Racconti del palcoscenico: dal Rinascimento a Gadda”), ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero. Tra gli altri, “La collina di Euridice” (premio Pirandello ’96) e “Zio mio” (premio Bignami-Riccione ’99). Si ricordano “Famiglie di notte” del 2000 e “Venire, a Venezia” del 2002. Nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato. Nel 2008 ha vinto il premio teatrale Campiglia marittima con “Tim e Tom”. Nel 2009 sono uscite “Lettere impossibili” e nel 2012 “Le commedie del professore”, tra cui l’oratorio “Selvaggia, la notte” su Emily Dickinson.