FaustIn and out
Dramma secondario basato su “Urfaust”
Elfriede Jelinek
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO B/N; 2014, pp. 160
Euro 14.00
ISBN: 978-88-7218-390-8Che cos’hanno in comune la giovane infanticida tedesca del ’700 descritta nell’“Urfaust” di Goethe, ed Elisabeth Fritzl, segregata dal padre ad Amstetten (Austria) in una cantina dal 1984 (quando aveva diciotto anni) fino al 2008, ripetutamente violentata, che partorì nel corso della sua prigionia sette bambini, di cui uno morto poco dopo la nascita? Elfriede Jelinek costruisce il suo testo teatrale su queste basi, utilizzando la prima versione del “Faust” di Goethe come sfondo mentale e strutturale per illuminare la condizione di una donna sfruttata e prigioniera e la sua tormentata esistenza nelle economie avanzate.
L'AUTORE
Elfriede Jelinek
Elfriede Jelinek (Mürzzuschlag, Stiria, 1946). Ha studiato al Conservatorio di Vienna, dove si è diplomata organista. Il primo esordio letterario nel 1967 con una raccolta di poesie, cui sono seguiti romanzi, opere teatrali, interventi saggistici e articoli. Nel 2004 le è stato conferito il premio Nobel per la letteratura per «il fluire musicale di canto e controcanto nei romanzi e nei drammi, che con straordinario ardore linguistico rivelano l’assurdità dei cliché della società contemporanea e il loro potere soggiogante». Nel corso della sua carriera ha ricevuto importanti riconoscimenti, premio Büchner (1998), premio Böll (1986), premio Heine (2002), premio Else Lasker Schüler (2003). Ha scritto la sceneggiatura del film “Malina” (1991) di Werner Schroeter, dal libro di Ingeborg Bachmann. Il suo romanzo “La pianista” (1983) ha ispirato l’omonimo film del 2001 di Michael Haneke. Elfriede Jelinek, tra le voci più acute e pungenti della scena contemporanea. Con la sua scrittura ingrandisce e rimpicciolisce i panorami, gli affreschi, i ‘nidi’, le rappresentazioni in cui siamo calati, smonta dall’interno, anche del linguaggio, le architetture e le fondamenta su cui si reggono e costruiscono le relazioni scavando nella natura tagliente e multiforme del potere, un ‘luogo’ affilato da cui fuoriescono tensioni e questioni della nostra contemporaneità.