Filastrocche di come quando si cammina piano
Antonio Catalano
L X H: 20,5 x 22,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO B/N; 2008, pp. 10
Euro 15.00
ISBN: 978-88-7218-239-0Dedicato ai vecchi treni che vanno lenti, ai dottori, ai circhi incerti, alle colline, alle magie strane, ai rumori di pancia, alle angurie, alle puzzole, a tre bicchieri di acque chiare, ai temporali, ai perepepè, ai semi, ai soffitti pieni di pane, agli uomini neri, ai passeri, alle allergie, alle lente giornate, ai cavernosi, alla luna, a Nina, ai cappelli colpiti dal vento, agli ulivi in mezzo al sole, agli occhi smocchi, ai nonni come velieri, alle mummie, agli occhi degli orsi, al cielo come lavagna, alle foglie che cadono, a Giovanni dal dono speciale, alle serenate davvero strane, ai pittori di Porta Romana, ai ghiri, ai grandi giganti, ai poveri grilli, ai suonatori di organetto, all’ora di latino, a certi pulcini, agli sguardi degli sparvieri, ai galli, alle facce tristi, agli armadi, a Santa Cristina, ai mostri innamorati, al pane e mortadella, a San Tommaso, alle volpi, ai galli innamorati, ai bambin perdut nel bosco, a chi si sveglia a mezzanotte, a certi universi, agli zucconi, agli amici che non capiscono, agli amici meno cafoni, alle nuvole nere, agli amici con i baffoni, ad Alberto che correva, ai maghi piccolini, a chi ha la testa fra le nuvole, a cento coperte, a urca balurca, a Galileo Galilei, alle marmotte che sbottano, alla pancia di Gigi, alle nuvole di passaggio, alle cacche delle mucche, a muuu, alle creature lunari, ai pachidermi, a quelli che sussurrano ai cinesi fioriti, ai sinceri, a chi fa lo sgambetto, alle voci spaventose, a Maria e Michele, a Portacomaro, a Raggiolo, a Valerio, alle farfalle, ai poveri lupi, agli starnuti, a Diego, ai sassi che rotolano, al mio amico di Reggio Emilia, a chi ha pensieri importanti e a chi vede dall’alto la strada delle formiche.
L'AUTORE
Antonio Catalano
Antonio Catalano nasce tra i lupi di Lucania un giorno di marzo del 1950. Terzo di cinque figli, segue presto il padre in Piemonte venuto a curare, dopo il forno di panettiere, il forno di una fonderia. A dodici anni Antonio conosce all’oratorio Luciano Nattino, già regista, a tredici anni, di una sfortunata squadra di pallone e della filodrammatica giovanile (maschile). È l’occasione della sua vita. Antonio vuole fare l’attore ma è continuamente tenuto da Luciano in ruoli secondari a causa della sua voce stridula e dell’incipiente calvizie. S’inventa mimo e riesce a spuntarla. Fonda così con Nattino, Agostinetto e altri, il “Magopovero”, gruppo teatrale (oggi “Casa degli alfieri”), e tutti pensano che il mago sia lui.
Dopo la fabbrica, l’autolavaggio e l’animazione nelle scuole di Asti, Antonio, sconsigliato da tutti, compie il salto del professionista teatrale, sport allora molto in voga. Nascono così: Pietre, Moby Dick, Conferenza Buffa, Galileo, Scaramouche, Van Gogh, Il vecchio e il mare, Alberi, Preistorie, Concerto Ostrogoto, Chisciotte, ecc. spettacoli memorabili da tutti meno che da lui.
Antonio affianca al teatro la sua attività di pittore/scultore naïf e di poeta maledetto. Pubblica di propria mano vari libri di poesie e disegni, subito esauriti.
Nel 1999 approda, col traghetto, alla Biennale Teatro dove presenta “gli armadi sensibili”, le “creature” e i “libricconi” della biblioteca di Cotrone.
Da allora è in giro per il mondo, introvabile. I suoi figli Matteo e Valerio, la sua moglie Paola, non sembrano disperarsi.
Ha pubblicato diversi libri, tra cui “Universi con gli occhi chiusi”, “Facce” (Kellerman), “Universi sensibili”, “Diario di viaggio negli universi sensibili” (Titivillus), “Diario di una cicala”, “Diario di un coccodrillo” (La bibbia dei semplici).