La morte e l’allegria
Romanzo
Luigi Testaferrata
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA cartoncino con risvolti, quadricromia; INTERNO bianco e nero; 2005, pp. 200
Euro 14.00
“Gli amici, la Versilia, l’Altissimo, Firenze, le malattie, le morti sono le figure, i luoghi, le occasioni da cui nasce una storia sospesa fra i tempi odierni e quelli già antichi della Repubblica della Versilia: come se l’autore si prendesse a cuore il destino dei compagni di vita di una volta e, anziché lasciarseli alle spalle, immobili nella dimensione impassibile della letteratura (“L’Altissimo e le rose” in cui apparvero è del 1980) volesse essere sicuro che sono morti per piangerli, o scoprire che sono ancora vivi e amabili per ritrovare con loro gli affetti di un tempo che si fa quasi favoloso dentro il limite sempre più stretto della vecchiaia. Consolati dalle trasfigurazioni della pittura, dalla freschezza della ragazza Lucia che ha i tratti fisici, e, pare, la potenza illuminatrice della Santa di cui ha il nome, dalla riapparizione della dolce e consolante Virginia, dall’amore cristiano che ha la concretezza delle Opere di Misericordia e trasforma i dolori e perfino la morte in allegria.
L'AUTORE
Luigi Testaferrata
Luigi Testaferrata è nato nel 1932 a Empoli, dove tuttora risiede.
Formatosi alla scuola di Giuseppe De Robertis si laurea con una tesi sul Poema paradisiaco di D’Annunzio, segnando così l’inizio di un’appassionata ricerca dannunziana che fornirà una serie di interventi critici, alcuni di essi raccolti in un volume del 1972 (“D’Annunzio
paradisiaco”) e in numerosi Atti dei convegni realizzati dal Centro Studi Dannunziani di Pescara nell’ultimo trentennio. Dal 1956 al 1977 insegna nei Licei, e in seguito, per altri vent’anni, fino al 1997, è preside del Liceo Ginnasio “Virgilio” della sua città. In questi anni ha continuato a scrivere, romanzi e racconti, con i quali ha partecipato con successo ad alcuni noti premi letterari. Si è dedicato anche a traduzioni (“Le favole di Fedro”, 1977; “L’Elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam, 1978; “Le Metamorfosi” di Ovidio, 1981), e a collaborazioni
a quotidiani e periodici: «La Voce Repubblicana» ai tempi di Ugo La Malfa, «Il Giorno» di Guglielmo Zucconi, «Il Giornale» di Indro Montanelli, «Il Sabato», «Bell’Italia», «Toscana Qui», «Erba d’Arno». È editorialista di «Avvenire».