Occidental Express
Matéï Visniec
traduzione a cura di Gianpiero Borgia in collaborazione con il cast
saggio introduttivo di Gerardo Guccini
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO b/n; 2012, pp. 112
Euro 10.00
“Occidental Express” contrappone due dinamiche di spostamento: quella dell’Orient Express, il mitico treno emblema del lusso occidentale, e quella dell’Occidental Express, che non è propriamente un treno, ma un formicolante flusso migratorio di corpi e menti verso i più vicini epicentri del modello americano, i paesi della comunità europea. Descrivendo questa folla di identità sradicate e nuovi apolidi, Visniec compone un animato affresco dove appaiono prostitute e soldati, laureandi e professori, musicisti e attori, migranti e prigionieri. La pièce si articola in tredici scene prevalentemente autonome, ma aperte e concluse dalle peripezie di un vecchio cieco che proietta sugli scenari contemporanei l’ombra di Edipo e della sapienza tragica. Visniec osserva l’Occidente dal punto di vista dei paesi dell’Est, e rappresenta i paesi dell’Est nell’atto di perseguire il miraggio occidentale e svalutare i propri linguaggi nativi. In questa pièce, tutti sono minacciati e sul punto di affondare, in compenso, non ci sono zone di negatività assoluta. Con lievità e felice senso del grottesco, l’autore ritrae un’umanità quasi sfigurata dall’assimilazione di modelli e miraggi indotti, che tuttavia non ne cancellano né quel pensare piccolo, che aiuta a mantenersi a galla fra i rischi del vivere, né quel pensare visionario, che fa capire dove siamo e dove stiamo andando. Come tutto il teatro di Visniec, anche questa pièce è un agile e intenso manuale di sopravvivenza e “resistenza culturale”. “Occidental Express” viene qui edito per la prima volta. Alla lettura del testo è possibile affiancare la visione dell’allestimento con la regìa di Gianpiero Borgia
L'AUTORE
Matéï Visniec
Matéï Visniec, nato nel 1956 in Romania, da oltre vent’anni risiede a Parigi dove lavora come giornalista per Radio France Internationale. Nel settembre del 1987, dopo aver scritto oltre venti drammi sistematicamente censurati dal regime comunista, Visniec ha infatti chiesto asilo politico alla Francia, adottando il francese come lingua della sua opera letteraria. Dopo la caduta di Ceaucescu (1989), è divenuto uno degli autori più rappresentati in Romania dove, nell’ottobre del 1996, il Teatro Nazionale di Timisoara gli ha intitolato un festival. In quell’occasione, dodici compagnie hanno rappresentato sue opere. Le pièces di Visniec sono state tradotte e messe in scena in oltre venti paesi. Numerosi i premi e riconoscimenti a lui conferiti da prestigiose istituzioni, quali l’Unione degli scrittori romeni (1999 e 2002), l’Accademia di Romania (1998), il Festival di Avignone (Award Avignon-off, 1995 e 1996), l’Associazione francese degli autori e compositori (1994), l’Associazione teatrale romena (1991). Fra le sue opere più significative “Il Teatro decomposto o l’uomo pattumiera” (premio “Théâtre Vivant” del 1993) e “La storia degli orsi panda raccontata da un sassofonista che ha un’amichetta a Francoforte” (nel 1994, premio SACD del teatro radiofonico).