One Day
Finalmente vivere servirà a qualcosa
Magdalena Barile
accademia degli artefatti
a cura di Simone Pacini
scritti di Fabrizio Arcuri, Attilio Scarpellini
L X H: 13,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA patinata opaca, quadricromia; INTERNO illustrato b/n; 2010, pp. 232
Euro 14.00
[…] Nell’autunno del 2008, quando lavoravamo a One Day, Fabrizio Arcuri mi chiamava tutte le mattine alle 7. Io ero sveglia da un paio d’ore e avevo già prodotto nuovi materiali o nuove versioni dei pezzi in lavorazione. Arcuri aveva annotato le cose da dirmi, gli spunti da darmi, eventualmente i vuoti in cui gettarmi. Due ore di scrittura ancora e poi alle prove, a verificare se le idee dell’alba avevano delle possibilità di sopravvivere fino a sera e quindi, forse, diventare parte di “One Day”, la titanica impresa di 24 ore di spettacolo ininterrotto in cui si era imbarcata l’accademia degli artefatti. 24 ore di spettacolo da scrivere – e non avevamo bisogno di una storia, figuriamoci di dormire! […] Volevamo dalla nostra parte la Storia con la maiuscola […], eravamo senz’altro pieni di conflitti (quelli eterni) da volgere a vantaggio dell’opera… ma la trama, quella non la volevamo proprio. La sua assenza avrebbe lasciato la libertà allo spettatore di “pensare ad altro”. Alle cose più concrete, eccitanti, autentiche, orribili… che accadono continuamente. E insieme all’impossibilità di raccontarle […]. Lo spettacolo non si è più fatto e la questione è stata archiviata (con dolore). La pubblicazione di questo volume ha risvegliato il demone e ancora una volta cerchiamo di fare un po’ d’ordine fra i materiali, i pensieri, le azioni […]. Stavano arrivando le musiche, i costumi, le scene, le coreografie, le esplosioni… non vedevamo l’ora di dimenticarci delle parole…
GLI AUTORI
Magdalena Barile
Magdalena Barile, diplomata nel 2002 all’Accademia D’arte Drammatica Paolo Grassi nel corso di scrittura drammaturgica, vive a Milano dove lavora come autrice televisiva (“L’albero Azzurro” – Raidue, “Camera Cafè” – Italiauno, “Affari di famiglia” – RSI) e teatrale (“Amazzonia”, “Manuel e Miranda”, “La Maga Olga”, “In Tumulto”, (Teatro Kimset, Bari 2007), “Lait” (Teatro i, Milano, 2009), “Piombo” (Pim Off, Milano, 2009), “Fine Famiglia”, (Pim Spazio Scenico, 2010), “Piccoli Pezzi”, (CRT, Milano 2010)
Accademia degli Artefatti
accademia degli artefatti si forma all’inizio degli anni Novanta con lo specifico intento di promuovere, organizzare e diffondere la cultura teatrale. L’approccio al lavoro, con le sue contaminazioni fra arte figurativa, performance e installazioni, non comporta una cifra stilistica rigida o una coerenza estetica predefinita. La compagnia ha sviluppato una propria modalità prettamente teatrale, avendo il teatro – il suo senso e le sue crisi – come oggetto di continua riflessione e di declinazione del reale.
Dopo un periodo di teatro fatto di immagini e di spazi abitati performativamente, dalla fine degli anni Novanta l’urgenza artistica si manifesta in una nuova attenzione alla drammaturgia contemporanea e in particolare anglosassone che, attraverso i testi di Sarah Kane, Martin Crimp, Tim Crouch e Mark Ravenhill, diventa luogo di costruzione e decostruzione del linguaggio stesso, come specchio e trama del reale e dei suoi mascheramenti.
Il panorama della drammaturgia contemporanea su cui la compagnia ha lavorato e lavora si è poi allargato: Werner Rainer Fassbinder, Bertolt Brecht, Davide Carnevali, Joel Pommerat, Antonio Tarantino, …
La compagnia ha poi realizzato anche dei dispositivi originali curandone la scrittura oltre che la messa in scena: NOLLYWOOD – OVVERO IO NON SONO COSI’ IN PRIVATO, biografie in forma di spettacolo di diversi artisti e compagnie italiane.
Parallelamente il segno interpretativo proprio degli attori e delle attrici che collaborano con la compagnia si è approfondito e precisato, ma amche spesso rimesso in discussione, in un gioco di ricerca e verifica continua delle pratiche sceniche.
Al centro di tutto, sempre l’idea della scena come luogo di dialogo e di relazione, e non come spazio che ospita oggetti artistici: il teatro e la performance sempre come occasione per riflettere sul reale e sul presente, restando reali e presenti.
Il fondatore e regista della compagnia Fabrizio Arcuri, negli ultimi anni ha lavorato come regista residente in altre strutture coinvolgendo nei suoi lavori componenti storici o recenti della compagnia: in particolare nel triennio 2015-2017 è stato regista residente presso il Teatro Stabile d’Innovazione del Friuli Venezia-Giulia; e dal 2015 ha curato la regia di diverse produzioni del Teatro di Roma.
Dal 2015 accademia degli artefatti affianca la Compagnia FrosiniTimpano e la Compagnia Angius Festa nella produzione dei loro spettacoli. Inoltre cura la produzione dello spettacolo Confessione di Michele Di Mauro.