Storia del Living Theatre
Conversazioni con Judith Malina
Cristina Valenti
Con un intervento di Judith Malina
e un percorso fotografico di Marco Caselli Nirmal
L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta patinata plastificata con risvolti, colori; INTERNO illustrato, colori; 2008, pp. 312.
Euro 20.00
ISBN: 978-88-7218-218-5Il Living Theatre, fondato nel 1947 da Julian Beck e Judith Malina, è stato la più radicale esperienza di sovversione teatrale del Novecento. Dai palcoscenici alle strade di tutto il mondo, dove l’ha portato il suo nomadismo comunitario, il Living Theatre ha creato spettacoli che sono entrati nella storia del teatro: da “The Brig” (1963) a “Mysteries and smaller pieces” (1964), da “Frankenstein” (1966) ad “Antigone” (1967), fino a “Paradise Now”, emblema del ’68 teatrale. Con il ciclo “L’Eredità di Caino”, inaugurato nel Brasile delle favelas nel 1970, la compagnia ha portato il suo teatro nelle strade, nelle fabbriche, negli ospedali psichiatrici, nelle università, davanti alle carceri. “Sette Meditazioni sul Sadomasochismo Politico” (1973), “Sei Atti Pubblici” (1975), “La Torre del Denaro” (1975) sono le principali creazioni del ciclo, progettate per spazi aperti e luoghi non teatrali, e destinate a rinnovare lo “scandalo” di un teatro che ha affrontato denunce e arresti in dodici paesi differenti, sempre a causa delle sue battaglie civili e pacifiste. Il “ritorno al teatro” nel 1980 ha dato vita a un nuovo impegno artistico, a favore di un dialogo sempre più allargato con gli spettatori. In queste conversazioni Judith Malina, che ha firmato la regia della maggior parte degli spettacoli, racconta la sua vita, il suo teatro e i suoi ideali politici e artistici: a partire dall’infanzia, quando dalla Germania emigra con la famiglia a New York, fino all’incontro con Julian Beck e al sodalizio artistico, politico e umano che li unisce e che continuerà fino alla morte di Beck nel 1985. Poi la decisione di continuare, con Hanon Reznikov (prematuramente scomparso nel maggio 2008), alternando gli interventi teatrali negli spazi aperti alla creazione di nuovi spettacoli per i teatri, fino all’apertura di un nuovo teatro nel Lower East Side di New York, nel 2007. Oggi Judith Malina ha di fronte molti bilanci e un nuovo inizio, dopo un sessantennio di ricerca per portare nel teatro la più concreta rivoluzione del linguaggio, ispirata da una visione anarchica che si è trasformata in strumenti e tecniche del lavoro creativo.
L'AUTORE
Cristina Valenti
Cristina Valenti è docente di Storia del Nuovo Teatro presso il Corso di Laurea magistrale in Discipline teatrali dell’Università di Bologna.
Proveniente da studi di carattere storico e filologico (il suo volume Comici artigiani ha vinto il Premio Pirandello per la saggistica teatrale), negli ultimi anni ha rivolto la sua attività al teatro contemporaneo d’innovazione, al quale si è dedicata sia sul piano della produzione scientifica sia sul piano dell’organizzazione.
I suoi interessi attuali riguardano i teatri del disagio (handicap, carcere), il teatro di impegno sociale e civile, la ricerca delle giovani generazioni (in particolare come Direttore artistico dell’Associazione Scenario).
Fra i volumi pubblicati figurano studi monografici dedicati al Living Theatre e ad artisti ed esperienze teatrali contemporanee.