Teatrino dei Fondi
Una fantastica sinfonia teatrale
Massimo Marino
premessa di Enrico Falaschi
L X H: 20,5 x 22,5; CONFEZIONE rilegato in brossura, cucitura filo refe; COPERTINA carta patinata plastificata con risvolti, CMYK; INTERNO carta patinata, ill., CMYK; 2023, pp. 212
€ 25,00
1993-2023. Trent’anni. Trent’anni di testi di teatro contemporaneo, trent’anni di spettacoli per le nuove generazioni e per le famiglie, trent’anni di cambiamenti, di difficoltà e di successi, trent’anni di libri Titivillus, di interventi in scuole, manicomi, situazioni di fragilità.
È la storia del Teatrino dei Fondi di San Miniato, partito dalla cripta della chiesa di San Domenico, approdato a Corazzano in una ex scuola, tra colli, pievi romaniche, nebbie e bestie, a creare spettacoli con le antenne sempre allertate a cogliere i fermenti della società e le sue trasformazioni, attente a intessere fili di comunità.
Trent’anni di un Teatrino che si allarga dal Teatro Quaranthana a organizzare cartelloni in altri paesi e cittadine; che poi gestisce, come complessi centri culturali per i loro territori, il Nuovo Teatro Pacini di Fucecchio, il Teatro degli Astrusi di Montalcino e quello della Grancia di Montisi.
In queste pagine scorrono trent’anni di invenzioni e di impegno, sempre supportati dagli approfondimenti, dalle mostre, dalle ricerche, dagli allargamenti culturali, dagli sconfinamenti della casa editrice Titivillus, che vanta da qualche giorno tra i suoi titoli (pubblicati molti anni fa) due volumi su e di Jon Fosse, Premio Nobel 2023.
In una storia raccontata come se fosse una (fantastica) sinfonia teatrale in molti e vari movimenti, si vede a poco a poco intrecciarsi una rete che è anche cartina al tornasole dei territori, per proiettarli negli Altrove che la creatività disegna per rendere meno piatta la vita.
L'AUTORE
Massimo Marino
Massimo Marino, saggista e critico, guarda molto teatro di oggi e del passato. Ne scrive su vecchi giornali di carta, quotidiani e settimanali («Corriere di Bologna», «Left»), e sul web, sul blog «Controscene» e su «doppiozero.com», dove ha coordinato la redazione Teatro. Lo racconta pure in libri come “Lo sguardo che racconta. Un laboratorio di critica teatrale” (Carocci). Insegna. Ama i ritmi delle frasi, gli interstizi di silenzio tra le parole, gli orizzonti in cui gli alberi illustrano i palazzi.