Territori come scena

Progetti di residenze per il teatro: idee, visioni, tracce da Toscana, Piemonte, Puglia, Lombardia

Renzo Boldrini

marzo 2009
55

L X H: 14,5 x 20,5; CONFEZIONE rilegato in brossura; COPERTINA carta patinata plastificata con risvolti, colori; INTERNO b/n; 2009, pp. 112

ISBN: 978-88-7218-248-2

Residenza è un termine mutuato dalla terminologia teatrale francese. Una parola che da poco più di dieci anni si è inserita e “moltiplicata” sulla scena della politica teatrale italiana, anche nel quadro di uno degli ennesimi tentativi di dare una legge nazionale al settore.
Una parola che da quel periodo è stata variamente intesa e praticata: si indica per residenza la relazione di una o più compagnie o di artisti di varie discipline della scena che abitano stabilmente, tramite rapporti di convenzione con enti territoriali per la gestione e/o la direzione artistica di uno o più spazi teatrali. Questo, in genere, perché con residenza si indicano altre forme di relazione fra teatri ed artisti, dove “case teatrali” realizzano con gli artisti forme di ospitalità temporanea (forme essenzialmente ed in genere di baratto costruite sullo scambio di ospitalità in cambio di presenza ed offerta creativa) a compagnie e artisti che stanno realizzando una ricerca produttiva.
Il modello di residenza qui discusso è più quello legato ad esperienze di “stabilità leggera”. Teatri ed artisti che, inseriti in un contesto creano stabili presidi culturali, azione quotidiana, esperienza produttiva, formativa, promozionale, d’ospitalità e gestionale. Esperienze che rappresentano la parte quantitativamente più rilevante del fenomeno, sia in termini nazionali che regionali e, per diversi effetti, più incisivi nel quotidiano lavoro di diffusione delle culture teatrali.

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